Gli scienziati nella Germania nazista
In tutta la Germania non ci fu un solo luogo di cultura che, negli anni Trenta e Quaranta non subì una trasformazione ad opera del regime nazista. Ogni laboratorio fu riorganizzato: nuovi direttori, nuovi ricercatori, nuovi obiettivi da raggiungere. Le ricerche già in corso furono convertite a scopi bellici: ad esempio, gli esperimenti sulla fissione nucleare diventarono strumento di realizzazione di un'ipotetica bomba atomica, per fortuna mai portata a termine. Questo provocò tre principali avvenimenti nello schieramento anti-nazista:
Nel mondo nazista ci furono tentativi (ad esempio, Heisenberg) di continuare la ricerca
atomica in termini pacifisti; questi fisici furono però bollati come nemici della patria
e costretti a sottostare ai nuovi programmi di ricerca. Chi si rifiutava veniva
perseguitato e spesso internato in un campo di concentramento.
Le ultime teorie della fisica (la relatività e le nuove meccaniche quantistiche) vennero
bollate come "jewish Physics" ("Fisiche giudaiche") e rifiutate in
nome dei principi della fisica classica. Alcune di esse vennero addirittura considerate
fantasiose.
Gli ebrei e gli oppositori politici furono licenziati dalle posizioni occupate nel settore
pubblico, tra cui quelle di professori universitari e capi di laboratori di ricerca.