August Stindberg
(Stoccolma, 1849-1912)
Gli
psicologi direbbero che alla base della scrittura strindberghiana
si pone un trauma infantile mai risolto: figlio di una cameriera
e di un borghese, Strindberg risente molto di questa sua origine
impura, come sottolinea anche nell'autobiografia sarcasticamente
intitolata "Il figlio della serva".
Studente inquieto, il giovane Strindberg abbandona l'Università,
conosce ogni genere di lavoro (maestro elementare, telegrafista
su un'isola sperduta, precettore privato
), contrae un primo
matrimonio, viaggia per l'Europa. Tra l'86 e l'88 scrive alcune
delle sue opere più note: "Sposi I "e "Sposi
II", "Apologia di un pazzo", "La signorina
Giulia", "Il padre". Uno scambio epistolare con
Nietzsche gli apre le porte del superomismo: drammi come
"Paria", "Samun" e il romanzo "Sul mare
aperto" segnano l'adesione a questa ideologia e la fine del
realismo.Nel 1893 il secondo matrimonio, anche questo ben presto
risolto in un divorzio.
Precipitato in una nuova crisi depressiva, Strindberg si avvicina
alla religione. È il momento di drammi come "Verso
Damasco" (1898-1901), "Danza di morte" (1901),
"Il sogno" (1902), "Avvento" (1898),
"Delitto e delitto" (1899), "Pasqua" (1901).
Nel 1901 si sposa, per la terza volta, con la giovane attrice
Harriet Bosse. Anche questo matrimonio avrà brevissima durata.
Nel 1907 la fondazione, con il regista A. Falk, del Teatro Intimo
per il quale scrive, nello stesso anno," La sonata degli
spettri", "Il pellicano", "Maltempo",
"La casa bruciata", "L'isola dei
morti".Nell'ultimo dramma, "La grande strada
maestra" (1909), il ritorno dal teismo cattolico alla
religione protestante e al socialismo rurale.
biografia tratta da Piccoloteatro.org