La trama
Paolini, attraverso l'accorgimento narrativo dell'autostrada, che
riprende e abbandona all'occorrenza, parla di amori, viaggi,
tradizioni
tutti italiani.
In poco più di due ore affronta un nuovo viaggio della fantasia
(elemento a lui particolarmente caro e già usato in altre sue
rappresentazioni teatrali) che inizia all'incrocio tra due
particolari "vie"letterarie: autobiografia e storia, ha
il ritmo di una vecchia auto a gas, dai finestrini della quale si
possono "vedere" sempre paesaggi di ricordi personali,
punteggiati da fatti di cronaca ed elementi tipici di un'Italia
apparentemente uguale ma in realtà così diversa nelle sue
tradizioni.
In questo suo poetico, ironico e coinvolgente teatro di denuncia
e di contestazione, Paolini sa fare di ogni scena una storia, di
ogni racconto un espediente per compiere un'indagine
introspettiva del nostro Bel Paese.
Per quanto riguarda il sottotitolo l'autore dice che:
"I CANI DEL GAS sono quelli che non restano stecchiti lungo
le strade, attraversano sicuri in mezzo al traffico, ti osservano
dal ciglio della strada, hanno imparto su di noi quel che gli
basta; forse mi illudo, ma se li guardo par che mi capiscano però
non me lo dicono."
A loro in ogni caso ha dedicato il suo viaggio.