LA SCOPERTA DEL GENOMA
Gli
scienziati di tutto il mondo hanno il diritto di avere libero accesso ai
risultati della ricerca sulla mappature del genoma umano. A sostenerlo questa
volta non sono le associazioni ambientaliste, ma i premier britannico e
americano, Tony Blair e Bill Clinton. I due uomini di governo hanno emesso un
comunicato congiunto che pare stroncare le speranze delle aziende che vorrebbero
sfruttare economicamente le scoperte ottenute grazie al progetto, coprendo col
brevetto le sequenze geniche. Scoperte che potrebbero invece essere utili ad
altri scienziati per individuare terapie contro particolari tipi di patologie.
"Per realizzare pienamente le potenzialità offerte dalla ricerca,
l'accesso ai dati grezzi fondamentali sul genoma umano fra cui la sequenza del
genoma del Dna e le sue varianti devono essere rese liberamente disponibili agli
scienziati ovunque nel mondo", si legge nella dichiarazione congiunta di
Blair e Clinton. "L'accesso indiscriminato a queste informazioni - prosegue
il comunicato - promuoverà scoperte che ridurranno il peso delle malattie,
miglioreranno la salute delle persone nel mondo e miglioreranno la qualità
della vita di tutta l'umanità" "Applaudiamo la decisione degli
scienziati impegnati nel Progetto genoma umano - si legge ancora nell'appello -
di rendere immediatamente pubbliche le informazioni grezze fondamentali sulla
sequenza del Dna umano e le sue varianti e sollecitiamo agli altri scienziati
nel mondo ad adottare questa stessa politica". L'amministrazione Clinton ha
chiesto per il 2001 uno stanziamento di 448 milioni di dollari in fondi federali
per il Progetto. Se il Congresso lo approverà, lo stanziamento porterà a quasi
tre miliardi di dollari (oltre seimila miliardi di lire) il contributo americano
al progetto a partire dal 1993, che fu l'anno d'inizio. Il vero nodo della
questione è lo sfruttamento economico delle scoperte cui si è giunti grazie al
progetto genoma umano, che accanto ai governi vede impegnate anche diverse
aziende private. Proprio quelle che ora vorrebbero coprire con un brevetto le
loro scoperte. La posta in gioco è enorme: avere a disposizione un patrimonio
di informazioni biologiche capaci di rivoluzionare la medicina e di dare un
impulso senza precedenti alla ricerca di nuovi farmaci. Si apre insomma una
nuova era, anche se il cammino sarà lungo. Al di là del fatto che una piccola
azienda privata sia riuscita a battere in velocità il colosso internazionale
(il Progetto genoma umano, Hgp) e i diversi laboratori privati che in varie
parti del mondo ci stanno lavorando da anni, si pone subito il problema della
proprietà della ricerca. I due capi di stato, in definitiva, chiedono di
mettere a disposizione gratuitamente il frutto della ricerca alla comunità
scientifica, perché tutti possano usufruirne realizzando terapie che migliorino
lo stato di salute dell'umanità. Una richiesta che sembra legittima, se non
fosse che tanto negli Stati Uniti quanto in Europa, con decisione della Comunità,
sono previste nelle rispettive legislazioni la proprietà e la possibilità di
brevettare e vendere le scoperte scientifiche. Senza contare che Craig Venter,
titolare della Celera, che ha creato appena sette mesi fa proprio per mappare il
genoma (300 sequenziatori computerizzati hanno lavorato 24 ore su 24, secondo un
metodo di lettura casuale, saltando da una pagina all'altra) ha investito nella
ricerca per poterla commercializzare, tanto da aver quotato l'azienda in Borsa.